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rnrn rnNon sempre, però, Max si è distinto per meriti: al centro dell’attenzione ci è finito per alcune manovre pericolose, soprattutto in fase di duello con gli avversari. Tentativi disperati di sorpasso oppure chiusure rischiose pur di mantenere il muso davanti. Ha fatto scalpore che molte sue mosse, giudicate sin troppo velatamente scorrette dai colleghi, non siano state punite dai giudici di gara. In realtà gli azzardi di Max sono rimasti impuniti perché mai esplicitamente vietati. rnrnPer questo anche i commissari che governano il Circus non sono rimasti indifferenti allo scompiglio creato dal giovane pilota Red Bull. Se, dopo le polemiche scaturite per il suo debutto avvenuto all’età di 17 anni, è stato stabilito che per correre in F.1 bisognerà essere maggiorenni, a stagione in corso è stato introdotto un nuovo divieto: non è più consentito chiudere la traiettoria all’avversario in fase di frenata. Una norma difficile da rispettare per chi corre a 300 all’ora; e anche poco mirata per disciplinare l’olandese, se si considera che l’unica plateale scorrettezza che ha commesso è avvenuta sul rettilineo di Spa, quando sbarrò la strada a Raikkonen.rnrnIn tante situazioni Max ha mostrato una certa malizia, tipica di campioni del passato quali Senna o Schumacher. Con la differenza, non secondaria, che loro non avevano 18-19 anni quando si resero autori di manovre discutibili. E grazie all’esperienza e una certa disinvoltura sia Senna che Schumacher riuscivano brillantemente ad autoassolversi, rendendosi “puliti” di fronte a microfoni e tifosi, una volta sfilato il casco. Max invece è solito mantenere una certa aggressività verbale e un’irritante indifferenza anche al termine delle gare, quando si ritrova l’indice puntato addosso.rnrnrn[showpicc]620_ves_rai.jpg[/showpicc]rn
rnrn rnAd Abu Dhabi il ragazzo della Red Bull non vincerà il titolo, ma sarà il pilota copertina del 2016. Max, grazie al talento unito a sfacciataggine, sta facendo tremare i campioni più titolati, come in Brasile, e sta mettendo in discussione le regole che reggono la F.1. E’ lui il protagonista rivoluzionario capace di ribaltare norme e valori, di regalare una provvidenziale vitalità a questo sport, all’età di 19 anni. Così recita un saggio motto sudamericano: «Malditos sean los pueblos donde la iuventud no haga temblar la tierra».
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